Conservazione e contesto istituzionale
Se il successo a lungo termine della conservazione dell'orso lo si gioca su larga scala, il più grosso problema non è di tipo biologico, quanto istituzionale.
Già a livello della popolazione centrale dell'orso marsicano (PNALM e aree contigue) sono diverse le amministrazioni che, a vari livelli e competenze, svolgono un ruolo nella gestione diretta ed indiretta dell'orso e delle attività antropiche ad esso correlate.
Il territorio su cui insiste questa unica popolazione è infatti frammentato tra area parco e aree contigue (ad oggi ZPE, Zona di Protezione Esterna), tra tre diverse regioni (Abruzzo, Lazio e Molise) e un numero maggiore di province, territori comunali o altri Enti territorialmente competenti.
Una frammentarietà amministrativa ovviamente maggiore si riscontra sull'intero areale della specie a livello dell'Appennino centrale, su un'area che interessa la bellezza di ben cinque regioni ed oltre 24 province.
Data l'attuale frammentarietà tra amministrazioni, più che difficile è impossibile riuscire a pianificare e realizzare soluzioni gestionali in modo coerente e coordinato su larga scala, sebbene sappiamo che questa è e rimarrà l'unica strada da percorrere per la conservazione dell'orso.
Inoltre, specialmente all'esterno delle aree protette, è difficile ottenere e coordinare il supporto degli amministratori e degli enti di gestione in assenza di leggi e normative che, sia a livello nazionale che regionale, stabiliscano modalità e criteri per l'elaborazione e l'implementazione di strategie di conservazione per le specie minacciate.
Per fare fronte a questi problemi, la Regione Abruzzo, congiuntamente al Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, ha lanciato dal 2006 l'iniziativa
P.A.T.O.M. (Piano d'Azione per la Tutela dell'Orso Bruno Marsicano) che coinvolge regioni, province, parchi, università ed altri enti del territorio.
Lo scopo del PATOM è appunto quello di facilitare la pianificazione, l'approvazione e la realizzazione di protocolli e strumenti gestionali su larga scala che siano particolarmente funzionali alla conservazione dell'orso.
I protocolli a cui ad oggi il PATOM sta lavorando sono quelli che più riguardano le minacce dirette per l'orso (sorveglianza e controllo del territorio, sostanze nocive) o le attività gestionali (esercizio venatorio, infrastrutture, zootecnia) che più direttamente possono interferire con la tutela dell'orso sia su scala locale che su larga scala.