7. Cosa dicono le carte?
1) Il contesto ecologico dell'Appennino Centrale, dai Sibillini al Matese, è teoricamente in grado di sostenere una popolazione vitale di orso marsicano (assumendo che le risorse alimentari degli ecosistemi forestali su scala appenninica siano paragonabili a quelle attualmente presenti nell'area centrale di presenza).
2) Sono state individuate e cartografate le possibili "roccaforti" o aree strategiche di conservazione
presenti nell'areale potenziale, cioè aree ottimali per l'orso dal punto di vista dell'idoneità ambientale, che è risultata molto alta.
3) Molte delle "roccaforti" ricadono in aree protette già esistenti (incluse Zone Speciali di Conservazione sensu Direttiva 92/43/CEE (
elenco ufficiale aree protette;
Rete Natura 2000, confermando non solo la qualità di questi ambienti, ma anche l'esigenza di conservarli sul lungo periodo in condizioni ottimali per l'orso.
4) Alcune aree ad alta idoneità ambientale sono risultate essere delle "trappole ecologiche" per l'orso perché sono anche ad alto rischio di mortalità. Queste aree sono prioritarie in termini gestionali: qui bisogna intervenire immediatamente per ridurre drasticamente il rischio di mortalità causata dall'uomo.
5) In molti casi - ma non in tutti - vi è una buona connettività tra le diverse aree idonee. Nelle zone cruciali per l'espansione della popolazione in cui la connettività non è garantita sarà necessario intervenire per crearla attraverso interventi di ripristino ambientale mirati.
6) Vi sono zone in cui l'espansione della popolazione potrebbe essere limitata da attività antropiche
ad alto impatto ambientale. In questi casi la pianificazione e la gestione del territorio dovranno essere fatte tenendo in debita considerazione la presenza potenziale dell'orso nei prossimi anni.