14. Che cosa disturba l'orso e quando è più vulnerabile?
Come può reagire un orso alla presenza dell'uomo o alle attività ad esso associate (infrastrutture e fruizione del territorio da parte di diverse categorie di interesse)?
Come una preda reagisce ad un potenziale predatore: fugge, incrementa lo stato di allerta, modifica i propri spostamenti e le proprie abitudini.
Tutte queste reazioni, da quelle più o meno manifeste, possono essere associate a cambiamenti significativi delle condizioni fisiologiche e nutrizionali degli individui, dovuti a condizioni croniche di stress o perché viene ridotta l'efficienza con cui gli orsi si alimentano (es. minor tempo per alimentarsi, perdita di zone di alimentazione).
In contesti antropizzati gli orsi possono avere poche "scelte" e poche, se non nulle, sono le possibilità di adattarsi a crescenti livelli di pressione umana.
Ad esempio, è altamente probabile che un orso che abbandona una zona perché disturbata, incontrerà una zona anch'essa disturbata.
I periodi maggiormente vulnerabili sono i mesi tra agosto e novembre, durante i quali l'orso dedica la quasi totalità del tempo all'alimentazione per accumulare risorse energetiche (grassi) per l'inverno, e il periodo dello svernamento (novembre-aprile).
Disturbare un orso in tana, in particolare una femmina con piccoli, può comportare non solo l'abbandono della tana, ma anche quello dei neonati da parte della madre.
Diverse attività umane entrano potenzialmente in conflitto con le aree di alimentazione autunnale e quelle di svernamento (es. caccia, addestramento cani, tagli forestali, raccolta tartufi, escursionismo), attività che dovrebbero essere regolamentate in forme e modalità compatibili con le zone ed i periodi di presenza dell'orso ma che attualmente lo sono solo in minima parte.