Comuni Laziali
I comuni laziali si distinguono nell'ambito del parco per i valori più elevati quanto ad energia del rilievo (differenza tra altitudini massima e minima) e conseguente varietà degli ambienti climatici, delle fasce di vegetazione e delle produzioni agricole, che però si riflette solo in parte sull'ampiezza della fascia insediativa, compresa (secondo il censimento 1991) tra il minimo di Mole di Vito a 390 m. e il massimo di Fontitune a 952 m, entrambe nel comune di Picinisco (il quale negli anni Cinquanta contava altri nuclei, ora spopolati, oltre i 900 m: Rocca Capotunno e Rocca degli Alberi). Altro elemento distintivo è la notevole quota di popolazione residente nelle case sparse e nei nuclei, all'origine dell'apparente superdotazione di servizi disponibili nei centri.
Questi ultimi sorgono, tutti oltre i 400 m, in posizione culminale o comunque dominante ai margini dei solchi vallivi, di preferenza su suoli calcarei, ma sempre nelle vicinanze delle aree coltivabili e delle sorgenti, con una generalizzata preferenza delle esposizioni ai quadranti meridionali. Per contro è ampio il campionario dei siti topografici: di pendio (Alvito), di sperone (Picinisco), di dorsale (Le Caselle nel comune di Settefrati), di tipo misto sperone e conoide (San Donato Val di Comino), oppure cocuzzolo e insellatura (Settefrati). Elementi comuni delle porzioni antiche dei centri, quasi sempre dominati dai ruderi di un antico castello (in tal senso esemplare è l'abitato di Alvito), sono gli impianti urbanistici irregolari, con punto focale la piazza con la chiesa, verso la quale converge la rete delle strette vie tortuose, acciottolate e parallele alle isoipse, sovente raccordate da ripide scalinate.
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Caratteristico borgo medievale sulle rupi carbonatiche del Monte Pizzuto