Il progetto Orso del Parco
Uno dei tanti luoghi comuni che continuano ad affliggere l'orso e la nostra capacità di affrontare in maniera lucida e razionale il problema della sua conservazione, è la convinzione che non c'è bisogno di fare ricerca perché "tanto sull'orso si sa già tutto".
Eppure, da una recente revisione, si apprende che solo 19 lavori sono stati pubblicati su riviste scientifiche dagli anni 70 ad oggi, e che tra questi solo due (Zunino & Herrero 1972, Zunino 1976) presentano dati originali scaturiti da una ricerca sull'ecologia dell'orso condotta nel 1970 nel territorio del Parco. Tutte le altre pubblicazioni trattano valutazioni soggettive dello status della popolazione (37%), tentativi di ricostruzione dell'areale storico dell'orso marsicano nell'Appennino (16%), indagini tassonomiche e genetiche preliminari (16%) o altri aspetti puntuali (statistiche di mortalità, stime dell'habitat, etc.).
Se questo è il quadro delle conoscenze, come facciamo allora a dire che sull'orso sappiamo già tutto?
Nuovamente, si sta facendo confusione tra diverse forme di conoscenza: quella oggettiva, basata su metodi e approcci di carattere scientifico, e una conoscenza più empirica, e nel migliore dei casi su esperienze personali, ma più spesso su opinioni e luoghi comuni.
Nessuno ad oggi può quantificare i parametri che più determinano la dinamica della popolazione e le sue probabilità di persistenza nel futuro (dimensione della popolazione, rapporto sessi, tassi di natalità e di mortalità età specifici); né quali le cause ultime del declino della popolazione o di un suo mancato incremento numerico e di areale; né quali i parametri ecologici di base che caratterizzano la popolazione di orso (età di prima ed ultima riproduzione, dimensione della cucciolata, successo riproduttivo, dimensione degli home ranges, uso e selezione delle risorse e dell'habitat, etc.).
Dato lo stato attuale delle conoscenze, non è possibile articolare ed argomentare un programma di conservazione per l'orso in grado di affrontare e risolvere efficacemente la complessità delle tematiche ecologiche, sociali ed economiche che caratterizzano il contesto gestionale del territorio.
Per fare fronte a questa carenza di conoscenze l'Ente Parco ha approvato dal 2005 un programma pluriennale di ricerca dapprima finanziato con fondi della Regione Abruzzo, poi dalla Wildlife Conservation Society (New York), per volere di un donatore privato cittadino degli Stati Uniti. Il progetto di ricerca, coordinato dal Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo della Sapienza Università di Roma viene realizzato congiuntamente dal personale di ricerca del Dipartimento, dell'Ente Parco e del Corpo Forestale dello Stato.
La ricerca è di carattere fortemente applicativo e si prefigge, attraverso l'impiego di tecniche recenti quali la telemetria satellitare e la genetica non invasiva, di descrivere e quantificare i parametri biologici, ecologici e popolazionistici di base dell'orso bruno marsicano nel cuore della sua distribuzione (PNALM e aree contigue).
Particolare enfasi viene inoltre data al conflitto, reale e potenziale, con le attività antropiche sul territorio, alla modellizzazione delle potenzialità dell'habitat su larga scala e al ruolo che l'opinione del pubblico e delle categorie d'interesse possono avere nella conservazione dell'orso.
Ricerca
(foto di: Valentino Mastrella, Archivio PNALM)