La storia dell'orso Mario (M19) inizia nell'autunno del 2016, quando dalla zona di Lecce nei Marsi, Villavallelonga e Ortucchio iniziano ad arrivare denunce di numerosi danni a pollai, spesso all'interno dei centri abitati.
Come spesso accade in questi casi, le segnalazioni si moltiplicano e si diffonde la convinzione che più orsi frequentano lo stesso centro abitato.
In realtà si trattava sempre dello stesso orso e infatti le analisi sul DNA contenuto nei peli raccolti presso le strutture danneggiate hanno confermato che, ad eccezione di un caso, si trattava del medesimo maschio, lo stesso che a seguito della cattura avvenuta nell'estate successiva è stato identificato come M19.
Le incursioni dell'orso all'interno di pollai presenti in pieno centro abitato hanno indotto l'Ente Parco ad intervenire tempestivamente in vari modi.
In primo luogo, a partire da dicembre, sono stati istituiti dei turni serali e notturni da parte delle Guardie del Parco e dei Carabinieri Forestali, con lo scopo di monitorare la presenza dell'orso all'interno dei centri abitati.
Sono stati poi realizzati incontri con le popolazioni a Lecce nei Marsi e Collelongo (dicembre 2016 e maggio 2017), allo scopo di informare i cittadini riguardo le buone pratiche che è necessario attuare per evitare l'ingresso di orsi nei centri abitati e riguardo le corrette norme di comportamento in occasione di incontri ravvicinati.
Contestualmente è stato avviato l'inventario di tutti i pollai presenti nei comuni di Collelongo, Villavallelonga e Lecce nei Marsi, con l'intento di localizzare i pollai e di valutarne il livello di accessibilità per l'orso.
Complessivamente sono state inventariate 121 strutture che solo nel 28% dei casi sono risultate adeguate ad evitare l'ingresso di un orso: per la gran parte sono infatti realizzate con materiali di scarto, lamiere, reti da letto o pezzi di legno mal sostenuti e logori.
Per questo, da dicembre 2016 ad oggi sono state consegnate 24 recinzioni elettriche.
M19, è stato catturato e dotato di radiocollare il 29 giugno del 2017, da questo momento in poi è stato possibile seguirne costantemente gli spostamenti.
Mario frequenta un'area molto ampia (362 Km2), che solo per il 23% ricade all'interno dei confini del Parco; per il 53% infatti M19 frequenta aree ricadenti in Zona di Protezione Esterna e per il 14% aree fuori dal Parco e dalla ZPE.
Il territorio più frequentemente utilizzato dall'orso comprende la parte più meridionale della piana del Fucino e della Vallelonga.
Tuttavia, a partire dalla metà dell'estate, M19 ha iniziato a frequentare anche laValle Roveto.
Qui, non appena l'orso ha iniziato ad avvicinarsi ai centri abitati, il Parco si è attivato stabilendo uno stretto rapporto con l'Amministrazione Comunale per la diffusione di materiale informativo, per la consegna di reti elettrificate e per l'organizzazione di un incontro pubblico con la popolazione.
Purtroppo a fine luglio, l'orso Mario, mentre si aggirava tra i pollai all'interno dell'abitato di Villavallelonga, è rimasto intrappolato in un cortile dal quale non è riuscito ad uscire, se non attraverso la finestra della cantina dell'abitazione, nella quale si è quindi introdotto causando un forte spavento alla famiglia che dormiva.
Il personale del Parco è intervenuto tempestivamente, sedando e rimuovendo l'animale.
Da questo momento in poi le attività di sorveglianza sono state ulteriormente incrementate, impegnando il personale del parco (Guardiaparco e Carabinieri Forestali) in turni di controllo e dissuasione serali e notturni (18-24 / 00-06).
Ad agosto in tutte le occasioni in cui l'orso ha tentato l'ingresso in paese, questo è stato impedito (15 occasioni).
Contestualmente la media dei danni/mese registrati si è dimezzata (da 16 a 8 danni mese, nessuno dei quali avvenuto all'interno di centri abitati).
Mario però risulta costantemente attratto dalle fonti di cibo interne ai centri abitati e tenta continuamente di entrarvi.
Non sempre risulta quindi possibile anticiparne i movimenti.
Tra settembre e ottobre si sono verificate 11 occasioni in cui Mario è riuscito ad accedere ai pollai all'interno dei centri abitati.
Durante gli interventi M19 ha sempre mostrato una forte reattività nei confronti di stimoli di natura antropica, come dimostrato dal fatto che già solo le voci e i fari degli operatori sono state spesso sufficienti a causare la fuga immediata dell'animale e limitarne l'ingresso in paese.
Ciò ci induce a ritenere che, sebbene M19 sia un orso problematico e condizionato dal cibo antropico, non possa essere considerato un orso confidente.
Nonostante M19 sia stato spesso tenuto lontano dai paesi, ciò non ha determinato la riduzione delle problematiche legate alla gestione di questo individuo.
Il territorio utilizzato da M19 infatti presenta numerose criticità dal punto di vista ecologico poiché presenta un tessuto urbano abbastanza continuo anche al di fuori dei centri abitati, in cui sono presenti diffusamente strutture in cui il cibo è facilmente accessibile per un orso. Nello specifico pollai e scarti alimentari agricoli utilizzati per l'alimentazione del bestiame domestico (carotai, resti di patate e barbabietole).
Queste caratteristiche continuano a mettere Mario in condizioni di essere attratto da strutture antropiche fuori e dentro i centri abitati. Nel corso del monitoraggio è stato possibile constatare che Mario ha frequentato 80 diverse strutture antropiche, per circa il 75% dei giorni di monitoraggio.
In particolare, nell'ultimo periodo (settembre-ottobre), Mario ha frequentato carotai per circa il 50% dei giorni di monitoraggio.
La presenza diffusa di cibo antropico facilmente accessibile porta a numerose conseguenze negative non solo per Mario, ma per tutta la popolazione di orso.
Il comportamento di un individuo problematico come Mario rischia di fornire alle popolazioni locali una percezione distorta della specie, poiché non rappresentativo del normale comportamento di un orso.
Ciò favorisce l'insorgenza di atteggiamenti negativi limitando la possibilità di espansione dell'areale dell'orso, indispensabile per assicurare la conservazione della popolazione nel lungo termine.
Inoltre, il contesto territoriale descritto favorisce l'insorgenza di medesimi comportamenti anche in altri orsi.
Infine possono esserci anche conseguenza di carattere sanitario dovute alla promiscuità di specie (malattie infettive) e al potenziale accumulo di pesticidi nell'organismo (diminuzione della fertilità o sterilità; dermatiti).
Le informazioni ottenute sin ora non consentono ancora di stabilire con certezza se M19 sarà recuperabile o se lo si riuscirà a gestire a lungo termine.
Sicuramente quello che è evidente, è che bisogna intervenire sulla riduzione dell'accessibilità al cibo di natura antropica.
Tuttavia riteniamo che M19 possa rappresentare l'occasione per una riflessione attenta riguardo la strategia di conservazione dell'orso, in particolare in quelle aree di nuova espansione che presentano forti criticità territoriali.
Le azioni di prevenzione che verranno messe in campo con il finanziamento straordinario del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare possono rappresentare l'occasione per dimostrare che la convivenza con un orso, anche se problematico è possibile e che, ancora più importante, è possibile prevenire l'insorgenza di comportamenti problematici in altri orsi.
Solo la piena consapevolezza e la piena collaborazione da parte di tutte le istituzioni e di tutti i cittadini permetterà di rendere efficace la politica di conservazione di questa specie unica, patrimonio di tutto il mondo.
#appuntamentorsi 15
Pubblicato su Facebook il 24 novembre 2017