Le storie di Yoga, Gemma, Giacomina, Mario e degli altri orsi confidenti ci hanno mostrato chiaramente come i problemi da loro causati debbano essere soprattutto “un invito al cambiamento” rispetto alle strategie pensate ed adottate quando la situazione era sostanzialmente diversa da oggi.
Il cambiamento che queste esperienze sollecitano in tutti noi deve però essere strutturale per poter costituire una soluzione efficace e duratura, sostenibile nel lungo periodo.
Alcuni orsi infatti, tra cui Mario, hanno dimostrato come i pollai presenti nei centri abitati siano uno dei motivi del loro ingresso all’interno dei paesi.
Le recinzioni elettrificate sono state la risposta immediata a questo problema ma è possibile, secondo l’Ente Parco, adottare misure più efficaci e durature, ottenendo anche benefici collaterali, come quello di eliminare il degrado costituito da strutture fatiscenti ed irregolari utilizzate per il ricovero di animali da cortile, di cui abbiamo già parlato in precedenti post.
Ecco allora che gli uffici del Parco hanno predisposto, con l’aiuto della ditta “Faza” di Roma, il primo “pollaio ad alta resistenza all’orso”.
Si tratta di un ricovero appositamente brevettato ed adatto ad ospitare, nel pieno rispetto del benessere animale e secondo le più moderne strategie, fino a 10 galline con tanto di pavimento autopulente, nido per la deposizione di uova, mangiatoia, abbeveratoi e addirittura tetto coibentato.
Questo speciale pollaio, realizzato in acciaio zincato e appositamente progettato per resistere agli eventuali attacchi di orso bruno marsicano, costituisce il segno di come il Parco lavori affinché la convivenza tra uomo e orso sia un obiettivo capace di portare risultati positivi su più fronti contemporaneamente.
Grazie al finanziamento del Ministero dell’Ambiente, il Parco assegnerà in comodato gratuito questi speciali ed innovativi pollai ai possessori di quei ricoveri per animali che sono stati censiti assieme alle amministrazioni comunali di Villavallelonga, Collelongo e Lecce nei Marsi (dove l’orso Mario si è nutrito molto spesso a danno di polli e galline) e che si sono rivelati inadeguati anche in termini sanitari, paesaggistici e di decoro urbano.
Il pollaio ha subito un vero e proprio collaudo, dove i collaudatori sono stati addirittura gli stessi orsi: nel filmato qui allegato è infatti possibile vedere l’orso Mario ed un suo “collega” che visitano il pollaio pieno di galline ed attrattivi odorosi senza però nemmeno provare ad attaccarlo, vista la sua estrema robustezza e la totale mancanza di appigli.
La cessione del pollaio “anti orso” sarà subordinata alla definitiva rimozione, da parte dei proprietari, delle strutture precarie e fatiscenti, realizzate con lamiere ed altri materiali di recupero.
Per quelli regolari in muratura o per le situazioni particolari, si integrerà la protezione utilizzando grate e porte in ferro e le tradizionali recinzioni elettrificate, che richiedono però costanza di manutenzione che il pollaio brevettato invece non comporta.
Un lavoro di squadra tra Parco e Amministrazioni Comunali, che porterà frutti per il primario obiettivo della conservazione dell’orso ma anche per il diritto degli abitanti ad allevare senza problemi qualche gallina ovaiola, migliorando al tempo stesso il decoro dei caratteristici borghi del Parco, dove si vigilerà affinché da ora in poi non si costruiscano più ricoveri per animali che non nascano già a prova di orso e nel rispetto delle norme.
Entro la fine di gennaio arriverà la prima fornitura di pollai che il Parco assegnerà come previsto nel progetto finanziato dal Ministero.
L’idea però appare vincente e potrebbe presto essere estesa anche al resto delle aree frequentate dagli orsi marsicani.
Insomma, pare proprio che questa volta il problema posto dagli orsi confidenti rischi di stimolare soluzioni che rendono i paesi del Parco più sicuri, più belli e più sostenibili.
Non è detto poi che questo modello innovativo non possa essere applicato anche ad altre attività di allevamento soggette a danni da orso… gli uffici del Parco ci stanno già lavorando!
#appuntamentorsi 16
Pubblicato su Facebook il 1 dicembre 2017