Per avere un quadro più esaustivo e internazionale sulla gestione degli orsi problematici e/o confidenti, abbiamo contattato i maggiori esperti da diversi Paesi Europei.
Tra questi, 6 hanno accettato di collaborare con noi:
- Alex Akaramanlidis (Grecia - ARCTUROS – Società civile per la protezione e gestione della fauna e degli ambienti naturali)
- Juan Carlos Blanco (Spagna – Fondazione Orso Pardo)
- Djuro Huber (Croazia – Università di Zagreb)
- Jon Swenson (Norvegia e Svezia – Università Norvegese della Scienza della vita)
- Miha Krofel (Slovenia – Università di Ljubljana)
- Pierre-Yves Quinette (Francia – Ufficio Nazionale della Caccia e della Fauna Selavatica, CNERA PAD, Squadra tecnica orso)
Vi presentiamo le loro opinioni, frutto non solo della loro esperienza diretta, ma anche di studi, ricerche e workshop tenuti a livello internazionale.
Sono state poste 10 domande per condividere le emergenze e le opportunità legate alla presenza di orsi problematici e/o confidenti all’interno dei centri abitati in ciascuna delle nazioni prese a confronto.
Abbiamo chiesto a tutti di parlarci dello stato di conservazione dell’orso nei loro paesi di appartenenza; dell’entità del fenomeno degli orsi confidenti e problematici; delle misure di prevenzione e/o reattive che utilizzano; della loro opinione in merito; dell’atteggiamento e coinvolgimento delle popolazioni locali nelle azioni realizzate.
Di seguito le domande:
- Qual è lo status della popolazione di orsi che gestite?
- È consentito cacciare gli orsi o sono protetti? Se sì, perché la caccia è legale?
- Ci sono orsi confidenti nella vostra popolazione?
- Ci sono orsi problematici nella vostra popolazione?
- Se la risposta è sì, qual è la percentuale di orsi confidenti nella popolazione? E quale è quella di individui problematici?
- Come viene gestito un orso che entra all’interno dei centri abitati? Fate azioni di dissuasione? E se le misure adottate non funzionano, come procedete?
- L’alimentazione supplementare è impiegata per gestire gli orsi confidenti e/o problematici? Se sì secondo i vostri dati migliora la situazione? Sinteticamente quali sono i vantaggi e gli svantaggi? La consigliereste per la gestione di altre popolazioni?
- Qual è l’atteggiamento della popolazione nei confronti di questi orsi?
- Quali sono le buone pratiche di prevenzione che chiedete di attuare alle persone? Ad esempio, chiedete di rimuovere gli attrattivi, quali la frutta dagli alberi? Oppure?
- Le persone collaborano con l’attuazione delle misure di prevenzione? Come favorite la collaborazione?
Tutti gli intervistati concordano che l’adozione di misure di prevenzione (i.e., messa in sicurezza degli attrattivi) richiede un investimento rilevante di risorse umane e finanziarie, soprattutto per coinvolgere le popolazioni locali, ma è l’unica soluzione che può ridurre in maniera significativa l’insorgenza del fenomeno.
Le interviste evidenziano anche realtà molto diverse, in cui l’orso non è una specie a rischio di estinzione e la rimozione letale è una pratica usuale.
Tale misura interviene però dopo avere messo in campo tutte le misure per ridurre al minimo la "necessità" di intervenire in maniera cruenta e “definitiva”.
In alcune situazioni, il controllo numerico della popolazione è una prassi, ma dietro ci sono più interessi economici e politici, che una reale esigenza gestionale.
Si potrebbero fare ulteriori considerazioni, ma preferiamo che il pubblico legga direttamente le risposte degli intervistati alle domande.
Buona lettura!
Di seguito sono accorpate le risposte degli intervistati relative ad ogni domanda somministrata, con associate le questioni più rilevanti emerse nei diversi paesi.
1. Qual è lo status della popolazione di orsi che gestite?
Risposte in sintesi
- In pericolo: 3 paesi su 6 (Francia, Spagna e Grecia)
- Vulnerabile: 2 paesi su 6 (Slovenia e Croazia)
- Non preoccupante: 1 paese su 6 (Paesi Nordici)
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Cinque degli intervistati provengono da nazioni in cui l’orso è considerato una specie a rischio di estinzione nel breve o nel lungo termine.
Sebbene la Croazia, la Slovenia e la Grecia siano interessate dalla stessa popolazione di orso, la dinarico-balcanica, la ridotta consistenza numerica del “ramo” greco, fa sì che in questa nazione, l’orso sia considerato più in pericolo rispetto agli altri due paesi.
Inoltre, in Croazia e Slovenia la popolazione sembrerebbe vivere una ripresa numerica negli ultimi anni.
Nei paesi nordici, ovvero in Svezia e Norvegia, lo stato dell’orso non desta preoccupazione a livello nazionale, e in Svezia è possibile stimare oltre 2000 orsi.
2. È consentito cacciare gli orsi o sono protetti? Se sì, perché la caccia è legale?
Risposte in sintesi
- La popolazione è sottoposta a prelievo venatorio per controllo numerico: 3 paesi su 6 (Paesi Nordici, Croazia e Slovenia)
- La popolazione è protetta e non sottoposta a prelievo venatorio: 3 paesi su 6 (Francia, Grecia e Spagna)
- La popolazione è sottoposta a prelievo venatorio a scopo anche ricreativo: 2 paesi su 6 (Croazia e Slovenia)
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Nelle 3 nazioni in cui la specie è classificata in pericolo, gli intervistati confermano che l’orso è protetto e non è cacciabile.
Tuttavia, in Slovenia e Croazia, nonostante l’orso sia classificato come vulnerabile, la specie è sottoposta a prelievo venatorio e controllo numerico: attività che rappresenta una fonte di reddito per le associazioni venatorie.
3. Ci sono orsi confidenti nella vostra popolazione?
Risposte in sintesi
- Il fenomeno è assente: 1 paese su 6 (Paesi Nordici)
- Il fenomeno è occasionale: 3 paesi su 6 (Croazia, Spagna e Francia)
- Il fenomeno è sotto controllo, perché gli animali sono rimossi immediatamente: 1 paese su 6 (Slovenia)
- Il fenomeno è presente, ma non quantificato: 1 paese su 6 (Grecia)
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In Francia è stato osservato un unico caso di orso confidente negli ultimi 40 anni, nel 2003.
“Un orso anziano - riporta Pierre-Yves Quinette – L’orso è stato osservato in più occasioni vagare nella periferia di un villaggio, senza manifestare alcuna reazione di timore nei confronti dell’uomo”.
In Spagna, secondo Juan Carlos Blanco, gli eventi si contano sulle dita e nella maggiore parte dei casi si tratta di orsi giovani che si alimentano nei pressi di orti ai margini dei paesi, ma esclusivamente di notte e per un periodo limitato (pochi giorni o settimane).
E continua descrivendo alcuni casi particolari.
“Nel 2007, nelle aree della Castiglia e León, in occasione di un’annata di scarsità di cibo naturale, abbiamo documentato 4 orsi alimentarsi nelle mangiatoie lasciate per i vitelli, ma in pascoli in alta quota e lontano dai paesi.
Nella regione Cantabrica, invece, un orso adulto è entrato in un bungalow attratto da cibo per cani, ma di notte e quando la struttura era disabitata.
Nel 2014, in Asturia, un orso è diventato un’attrattiva turistica, perché osservato alimentarsi a una pianta di fichi dentro un villaggio, di giorno e alla presenza di persone.
Ma una volta intervenuti i guardiaparco (con proiettili di gomma e rauti), l’orso si è spaventato non ha più fatto ritorno”.
“Negli ultimi anni - aggiunge Juan Carlos Blanco - sono stati osservati di giorno orsi alimentarsi di scarti alimentari nei cassonetti nei pressi di alcuni paesi. Ma il fenomeno non è regolare”.
In tutte le altre nazioni, il fenomeno è assente o raro.
Tuttavia, Miha Krofel dichiara che il fenomeno è raro in Slovenia, perché non appena un orso diviene confidente, è immediatamente ucciso.
4. Ci sono orsi problematici nella vostra popolazione?
Risposte in sintesi
- Il fenomeno è assente: 1 paese su 6 (Paesi Nordici)
- Il fenomeno è occasionale: 3 paesi su 6 (Croazia, Spagna e Francia)
- Il fenomeno è sotto controllo, perché gli animali sono rimossi immediatamente:1 paese su 6 (Slovenia)
- Il fenomeno è presente, ma non quantificato: 1 paese su 6 (Grecia)
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Anche in questo caso, la maggiore parte degli intervistati concorda che il fenomeno è assente o raro.
Miha Krofel, dalla Slovenia, conferma che anche nel caso di orsi problematici, si interviene immediatamente con la rimozione letale.
Pierre-Yves Quinette aggiunge che in Francia soltanto due orsi sono stati coinvolti in ripetuti attacchi al bestiame.
Juan Carlos Blanco conferma che oltre ai casi già citati, non sono stati osservati altri eventi.
Alex Akaramanlidis dichiara che in Grecia ci sono orsi problematici, sebbene nessuno abbia ancora quantificato l’entità del fenomeno.
5. Se la risposta è si, qual è la percentuale di orsi confidenti nella popolazione? E quale è quella di individui problematici?
Risposte in sintesi
- Il fenomeno è raro o assente: 3 paesi su 6 (Paesi Nordici, Francia e Spagna)
- Il fenomeno è minore dell’1%: 2 paesi su 6 (Croazia e Slovenia)
- Sconosciuta, ma in aumento: 1 paese su 6 (Grecia)
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La maggiore parte degli intervistati dichiara che il fenomeno è cosi occasionale da non potere essere quantificato.
In Grecia sembrerebbe essere in aumento.
In Croazia e Slovenia è mantenuto a un livello molto basso, ma attraverso la rimozione letale degli individui confidenti e/o problematici.
6. Come viene gestito un orso che entra all’interno dei centri abitati? Fate azioni di dissuasione? E se le misure adottate non funzionano, come procedete?
Risposte in sintesi
- Rimozione letale se l’orso viene considerato un pericolo per l’uomo: 2 paesi su 6 (Paesi Nordici e Slovenia)
- Misure reattive e eventualmente rimozione in cattività: 2 paesi su 6 (Spagna e Francia)
- Rimozione degli attrattivi e attività di educazione/informazioni: 1 paese su 6 (Grecia)
- Rimozione degli attrattivi, misure reattive ed eventualmente rimozione letale: 1 paese su 6 (Croazia)
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In Slovenia, se l’orso manifesta un avanzato stadio di abituazione, viene abbattuto.
“Essendo una specie cacciabile, gli orsi confidenti e/o problematici rientrano nella quota annuale di prelievo – spiega Miha Krofel - Per questo le misure reattive come la dissuasione vengono implementate molto raramente”.
Anche Svezia e Norvegia, se l’orso è considerato un pericolo per l’uomo, viene immediatamente ucciso, come riporta Jon Swenson.
In Francia, nei pochi casi riscontrati, è stata prevista la cattura, l’applicazione di un radiocollare e la messa in atto di attività di dissuasione.
“In Spagna le misure reattive sono state applicate in due occasioni - spiega Juan Carlos Blanco - Nel caso di una femmina tenuta in cattività perché ritrovata ferita e poi in seguito rilasciata, sebbene manifestasse abituazione all’uomo.
In natura la femmina ha continuato ad assumere atteggiamenti confidenti nonostante le attività di dissuasione messe in campo.
Si è deciso di rimuoverla e metterla in cattività”.
“Nel secondo caso, un giovane orso - continua Juan Carlos Blanco – la messa in campo di misure reattive ha apparentemente corretto il comportamento dell’orso”.
Dal 2017, in Spagna, è stata avviata un’intensa campagna informativa nei villaggi per informare su come comportarsi.
Inoltre, è in approvazione un protocollo nazionale, che prevede una squadra intervento specializzata nella gestione degli orsi confidenti e/o problematici.
In Croazia la rimozione letale è una misura contemplata soltanto dopo avere rimosso tutti gli attrattivi dai paesi e messo in campo misure reattive.
In Grecia, Alex Akaramanlidis sottolinea l’importanza di lavorare sulla rimozione degli attrattivi (i.e., frutta) dai centri abitati e sulle campagne di educazione e informazione al pubblico, sebbene la collaborazione con i locali non sia sempre facile.
7. L’alimentazione supplementare è impiegata per gestire gli orsi confidenti e/o problematici? Se sì secondo i vostri dati migliora la situazione? Sinteticamente quali sono i vantaggi e gli svantaggi? La consigliereste per la gestione di altre popolazioni?
Risposte in sintesi
- Non utilizzato e non raccomandata: 2 paesi su 6 (Francia, Paesi Nordici)
- Utilizzata, ma scarsamente efficace: 2 paese su 6 (Croazia e Slovenia)
- Non utilizzata e non sempre efficace: 1 paese su 6 (Grecia)
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Tutti gli intervistati concordano che non è una pratica consigliabile.
In Croazia e Slovenia l'alimantazione supplementare viene usata ufficialmente come metodo alternativo alla dissuazione per allontanare gli orsi dai paesi, ma a detta di Miha Krofen non è assolutamente efficace in questi termini.
I siti di alimentazione sono piuttosto utilizzati per facilitare il prelievo venatorio, le attività ecoturistiche e il monitoraggio della popolazione.
Tuttavia, gli effetti collaterali di questa pratica, sempre a detta di Miha Krofen e in conformità a recenti studi, sono considerati deleteri per l’orso perché ne alterano il ciclo vitale (i.e., riducono il sonno invernale) e perché aumentano le occasioni di interazione tra orsi o orsi e altre specie (i.e., maggiore rischio di diffusione di malattie).
Non solo, ma i siti di alimentazione modificano il comportamento di molte altre specie di animali, con un effetto a catena su tutto l’ecosistema.
“Nonostante gli effetti negativi comprovati - conclude Miha Krofen - questa pratica non può essere dismessa perché fortemente supportata e richiesta dalle associazioni venatorie e parte ormai di un sistema economico nazionale e culturale”.
“L’alimentazione supplementare può avere efficacia in anni di scarsità di cibo naturale - Juro Huber aggiunge – Ma gli orsi non sono mai affamati in natura, e una volta impiegata questa pratica, non si può più tornare indietro, crea dipendenza”.
Due intervistati, inoltre, evidenziano, come del resto gli studi confermano, che in molti casi gli orsi (i.e., femmine con piccoli) si avvicinano ai paesi per sfuggire ad altri orsi.
In queste situazioni l’alimentazione supplementare è del tutto inutile.
8. Qual è l’atteggiamento della popolazione nei confronti di questi orsi?
Risposte in sintesi
- Negativa o parzialmente negativa: 3 paesi su 6 (Paesi Nordici, Croazia e Grecia)
- Neutra negli ambienti rurali, ma amplificata negativamente dai media: 1 paese su 6 (Spagna)
- Non studiata, ma amplificata negativamente dai media: 1 paese su 6 (Francia)
- Positiva su 6 (Slovenia)
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Nei paesi nordici l’avvicinamento degli orsi nei paesi è considerato un comportamento innaturale.
Per la Francia, Pierre-Yves Quinette afferma che è difficile rispondere in assenza di uno studio mirato.
Dall’altra parte, in questo momento, i mass media esercitano un impatto mediatico negativo, sebbene Pierre-Yves Quinette non ritiene durevole nel tempo.
In Spagna, grazie a uno studio attitudinale mirato condotto nel 2017, negli ambienti rurali non emerge nessuna paura o timore nei confronti di questi orsi, nonostante localmente i mass media lavorino contro.
In Grecia l’atteggiamento della popolazione è negativo.
In Slovenia sembrerebbe positivo, anche perché la specie è cacciabile e offre un ritorno economico.
9. Quali sono le buone pratiche di prevenzione che chiedete di attuare alle persone? Ad esempio, chiedete di rimuovere gli attrattivi, quali la frutta dagli alberi? Oppure?
Risposte in sintesi
- Nessuna attività intrapresa: 3 paesi su 6 (Paesi Nordici, Francia e Spagna)
- Rimozione degli attrattivi nei centri abitati: 2 paesi su 6 (Croazia e Grecia)
- Rimozione e messa in sicurezza degli attrattivi nei centri abitati e attività di informazione e educazione: 1 paese su 6 (Slovenia)
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Lì dove il fenomeno è raro o assente, non è intrapresa nessuna attività.
Juan Carlos Blanco, per la Spagna, pone l’accento sulla necessità a breve di iniziare a mettere in sicurezza i cassonetti, considerando il fenomeno recente di orsi osservati alimentarsi nei paesi su scarti alimentari.
Ad oggi in Francia vengono implementate le normali attività di prevenzione ai danni del bestiame.
Nei paesi dove il fenomeno è più ricorrente la messa in sicurezza degli attrattivi (i.e., cassonetti a prova di orso, recinzione elettriche) sono le attività prioritarie messe in campo.
In Slovenia sono intraprese azioni legali contro chi alimenta gli orsi all’interno dei paesi perché favorisce l’insorgenza del fenomeno degli orsi problematici.
In Slovenia e Grecia molte delle difficoltà nel mettere in campo tutte le azioni previste e suggerite derivano dalla difficoltà di convincere la gente del posto a collaborare attivamente.
10. Le persone collaborano con l’attuazione delle misure di prevenzione? Come favorite la collaborazione?
Risposte in sintesi
- Non sempre: 2 paesi su 6 (Slovenia e Grecia)
- Si, ma richiede molti incentivi in termini comunicativi ed economici: 2 paesi su 6 (Slovenia e Croazia)
- Non necessario: 3 paesi su 6 (Paesi Nordici, Francia e Spagna)
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In Slovenia, gli sforzi per favorire la collaborazione delle persone sono molte: campagne giornalistiche e incentivi economici.
Tuttavia, e su questo concordano anche Juro Huber per la Croazia e Alex Akaramanlidis per la Grecia, è necessario dotarsi di pazienza e insistere ogni giorno con tutte le strategie possibili: è l’unica soluzione.