Camoscio
Tra i protagonisti della fauna del Parco spicca il camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata). Grazie all'istituzione del Parco e ad un'attenta tutela, questo raro ungulato è stato salvato dall'estinzione. Negli ultimi decenni la popolazione è aumentata in modo consistente, tanto da consentire, attraverso programmi di ricerca, la reintroduzione in altre aree protette dell'Appennino, da dove si era estinto in epoca storica; se vi capita l'occasione di avvistare qualche esemplare di camoscio, cercate di mantenere il più assoluto silenzio per non disturbarlo e costringerlo a fuggire. Nell'osservazione vi accorgerete che le corna, assai sviluppate, il bel colore invernale del mantello e altre caratteristiche meno evidenti differenziano questo camoscio da quello alpino. Il camoscio d'Abruzzo è un erbivoro, prevalentemente legato alle praterie di altitudine, ma in inverno, quando la neve è abbondante, scende a rifugiarsi nel bosco. A maggio le femmine partoriscono un solo camoscetto. Nel Parco è presente su gran parte dei massicci più alti, tra cui i monti della Camosciara, il Monte Meta, la catena delle Mainarde, il Monte Amaro, il Monte Marsicano e le montagne che circondano la Val Canneto.
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Camosci
(foto di: Angelina Iannarelli)