Introduzione
La ZPS IT7120132 "Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise" ed il SIC IT7110205 "Parco Nazionale d'Abruzzo", oggetto del presente Piano, sono stati istituiti in ottemperanza alle Direttive "Uccelli" (79/409/CEE) ed "Habitat" (Dir. 92/43/CEE recepita in Italia dal DPR 8 settembre 1997 n. 357, modificato dal DPR 12 marzo 2003, n. 120).
Essi, in accordo con le convenzioni internazionali aventi per oggetto le problematiche relative alla progressiva perdita di biodiversità, fanno parte della Rete Natura 2000 e rivestono a livello comunitario un ruolo predominante nella gestione delle aree naturali, di gran lunga superiore a quello ricoperto da Parchi e Riserve, il cui ambito d'interesse è generalmente nazionale o regionale.
La Rete Natura 2000 è un sistema di aree ad elevata valenza naturalistica, con una gestione omogenea del territorio naturale e seminaturale degli Stati membri dell'UE, formato dall'insieme dei SIC, Siti di Importanza Comunitaria (che al termine dell'iter istitutivo saranno designati come ZSC - Zone Speciali di Conservazione) e delle ZPS (Zone di Protezione Speciale).
Essa deve garantire la presenza, il mantenimento e/o il ripristino di habitat e di specie peculiari del continente europeo, particolarmente minacciati di frammentazione e di estinzione e costituisce la principale iniziativa europea volta al mantenimento della biodiversità negli Stati Membri.
L'individuazione dei Siti è stata realizzata in Italia dalle Regioni e Province autonome, con il coordinamento del Ministero dell'Ambiente.
Il principale carattere innovativo della Rete Natura 2000 è rappresentato dalla valorizzazione della funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali con una valutazione, oltre che della qualità attuale del sito, anche della potenzialità che gli habitat hanno di raggiungere un livello di complessità maggiore.
In tal senso la Direttiva Habitat prende in considerazione anche siti attualmente degradati nei quali gli ecosistemi presenti abbiano comunque conservato un'efficienza funzionale tale che permetta loro di ritornare verso forme più evolute mediante l'eliminazione delle cause di degrado.
Affinché i vari Paesi siano in grado di attuare adeguate politiche di tutela all'interno della Rete Natura 2000 e rispondere così agli obblighi di conservazione dei propri siti e prevenzione del loro deterioramento, è prevista la possibilità di cofinanziamenti comunitari destinati alla realizzazione di investimenti in infrastrutture, attività, staff e istituzioni.
Il Piano di Gestione costituisce lo strumento attraverso cui sono programmate e regolamentate le attività all'interno del SIC, e la sua redazione è propedeutica anche per l'accesso ad eventuali finanziamenti regionali e comunitari.
Lo scopo cardine del Piano è quello di integrare all'interno del SIC gli aspetti più schiettamente naturalistici con quelli socio-economici ed amministrativi mantenendo in uno "stato di conservazione soddisfacente" il patrimonio di risorse di biodiversità, rappresentato dagli habitat e dalle specie di interesse comunitario.
Lo stato di conservazione è considerato "soddisfacente" quando l'area di distribuzione degli habitat o delle specie sia stabile o in espansione e le condizioni ambientali siano tali da garantirne la presenza e la permanenza a lungo termine.
Secondo la normativa vigente, il Piano di Gestione comprende la descrizione e la valutazione delle valenze naturalistiche, delle minacce e delle criticità, la definizione degli obiettivi e delle strategie gestionali, le indicazioni per la gestione del sito.
Nell'ambito di questo quadro generale, la Regione Abruzzo ha erogato agli enti gestori della rete Natura 2000 ricadenti nel territorio di propria competenza le risorse finanziarie per la redazione dei Piani di Gestione attraverso la Misura 323 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo, PSR 2007-2013 - "Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale" (pubblicata sul BUR Abruzzo n° 13/2001 del 18/02/2011).
Nella redazione del presente Piano di Gestione si è pertanto tenuto conto di quanto previsto dalla suddetta Misura con particolare riferimento all'Allegato 2 "indicazioni per la redazione dei Piani di Gestione dei SIC e ZPS" e all'Allegato 4 "linee guida per la redazione dei piani di gestione dei siti natura 2000 nella Regione Abruzzo", del Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000 del ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio, della pubblicazione "La gestione dei siti della Rete Natura 2000.
Guida all'interpretazione dell'articolo 6 della direttiva «Habitat» 92/43/CEE" della Comunità Europea. Sono state inoltre consultate le pubblicazioni e le linee guida dell'ISPRA (ex INFS) sulle specie e sugli habitat elencate negli Allegati della Direttiva Habitat.
Normativa di riferimento
Normativa comunitaria
Direttiva Uccelli 79/409/CEE sostituita dalla 2009/147/CEE
La direttiva Uccelli mira a proteggere, gestire e regolare tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo, comprese le uova di questi uccelli, i loro nidi e i loro habitat.
Gli Stati membri devono proteggere in particolare le specie indicate nell'Allegato I, ovvero le specie minacciate di sparizione. Per mantenere o ripristinare i biotopi e gli habitat di questi uccelli vengono istituite Zone di Protezione Speciale (ZPS).
La direttiva stabilisce inoltre un regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli, delle quali, con alcune eccezioni, è vietata la cattura e l'uccisione, la distruzione dei nidi e delle uova, il disturbo e la detenzione.
Convezione di Berna del 1979
La Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa ha come scopo la conservazione.
Gli scopi della convenzione sono: la conservazione della flora e della fauna spontanea ed i relativi habitat; la promozione della cooperazione tra gli stati; il monitoraggio delle specie in pericolo e vulnerabili; l'assistenza su problemi legali e scientifici.
La convenzione ha portato alla creazione nel 1998 dell'Emerald network of Areas of Special Conservation Interest (ASCIs) sui territori degli stati aderenti, che opera in parallelo al progetto di conservazione Natura 2000 dell'Unione Europea.
In Italia è stata ratificata con la Legge 5 agosto 1981, n.503.
Direttiva Habitat 92/43/CEE
La direttiva Habitat mira a contribuire alla conservazione della biodiversità europea definendo un quadro comune per la conservazione degli habitat, delle piante e degli animali di interesse comunitario. Essa istituisce la rete Natura 2000, costituita da Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e dalle ZPS individuate dalla Direttiva Uccelli. Gli allegati I e II della direttiva contengono i tipi di habitat e le specie la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione. L'istituzione delle ZSC passa attraverso la designazione di Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
VI Programma di Azione Comunitario per L'Ambiente
Il Sesto programma comunitario di azione per l'ambiente intitolato "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" copre il periodo compreso tra il 22 luglio 2002 e il 21 luglio 2012. Con questo programma l'Unione europea definisce le priorità e gli obiettivi della politica ambientale europea i quali sono suddivisi in cinque assi strategici: migliorare l'applicazione della legislazione vigente, integrare le tematiche ambientali nelle altre politiche, collaborare con il mercato, coinvolgere i cittadini modificandone il comportamento e tener conto dell'ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale.
Direttiva 2004/35/CE
Direttiva sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. La direttiva istituisce un quadro di responsabilità ambientale basato sul principio "chi inquina paga" per prevenire e riparare i danni ambientali, definiti come danni, diretti o indiretti, arrecati all'ambiente acquatico, alle specie e agli habitat naturali protetti a livello comunitario o contaminazioni, dirette o indirette, dei terreni che creano un rischio significativo per la salute umana. Il principio di responsabilità si applica ai danni ambientali e alle minacce imminenti di danni qualora risultino da attività professionali, laddove sia possibile stabilire un rapporto di causalità tra il danno e l'attività in questione. La direttiva stabilisce inoltre le modalità di prevenzione e di riparazione dei danni.
VII Programma di Azione Comunitario per L'Ambiente
Il Parlamento UE ha approvato il 24 ottobre 2013 il settimo Programma d'azione per l'ambiente "Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta" che lancia le sfide da raggiungere e gli obiettivi da qui al 2020. Il settimo Programma d'azione sostituisce il sesto (scaduto a luglio 2012). Fondato sul principio "chi inquina paga", sul principio di precauzione e di azione preventiva e su quello di riduzione dell'inquinamento alla fonte, il Programma definisce un quadro generale per la politica ambientale fino al 2020, individuando nove obiettivi prioritari da realizzare.
I nove obiettivi sono:
- proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell'Unione;
- trasformare l'Unione in un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva;
- proteggere i cittadini dell'Unione da pressioni e rischi d'ordine ambientale per la salute e il benessere;
- sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione unionale in materia di ambiente;
- migliorare le basi scientifiche della politica ambientale;
- garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di ambiente e clima, al giusto prezzo;
- migliorare l'integrazione ambientale e la coerenza delle politiche;
- migliorare la sostenibilità delle città dell'Unione;
- aumentare l'efficacia dell'azione unionale nell'affrontare le sfide ambientali a livello regionale e mondiale.
Normativa nazionale
Legge 394 del 06/12/1991 "Legge quadro sulle aree protette"
La legge quadro sulle aree protette, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese.
La Legge quadro si propone, dunque, di regolamentare, in modo coordinato ed unitario, l'assetto istituzionale relativo alla programmazione, realizzazione, sviluppo e gestione delle aree protette. Queste sono classificate in: parchi nazionali; parchi naturali regionali; riserve naturali; aree marine protette.
La legge stabilisce inoltre quali siano gli organi amministrativi e gli strumenti attuativi di pianificazione e di gestione. il piano per il parco e il piano pluriennale economico e sociale per la promozione delle attività compatibili.
Legge 157 dell'11/02/92 "Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio"
La Legge 157/92 stabilisce che la fauna selvatica presente entro lo Stato italiano è patrimonio indisponibile dello Stato. L'esercizio dell'attività venatoria viene consentito purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole. A tal fine le regioni devono emanare norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica in conformità alla presente legge, alle convenzioni internazionali ed alle direttive comunitarie.
Decreto del Presidente della Repubblica 357 dell'8/09/1997 (come modificato dal D.P.R. 120 del 13/03/2003)
Il presente regolamento disciplina le procedure per l'adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/CEE "Habitat" relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali elencati nell'allegato A e delle specie della flora e della fauna indicate agli allegati B, D ed E. Le procedure disciplinate dal presente regolamento sono intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario.
Decreto del Ministro dell'Ambiente 3 aprile 2000 e s.m.i.
Il presente decreto indica l'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/ CEE e 79/409/CEE.
Decreto del Ministro dell'Ambiente 3 settembre 2002
Con il Decreto del Ministero dell'Ambiente 3 settembre 2002 sono state emanate le "Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000". Le linee guida hanno valore di supporto tecnico-normativo alla elaborazione di appropriate misure di conservazione funzionale e strutturale, tra cui i piani di gestione, per i siti della rete Natura 2000. Uno dei principali indirizzi proposti è la necessità di integrare l'insieme delle misure di conservazione con la pianificazione ai diversi livelli di governo del territorio (internazionale, nazionale, locale).
Decreto del Ministero dell'Ambiente del 25 marzo 2004
Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE.
Decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 "Codice dell'Ambiente" e s.m.i. (Legge 166 del 20.09.2009)
Dà attuazione alla Direttiva 2004/35/CE e definisce le norme in materia risarcitoria contro i danni all'ambiente. Il presente decreto legislativo disciplina, in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, le materie seguenti:
- le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC);
- la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche;
- la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati;
- la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera;
- la tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente.
Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 ottobre 2007
Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS), pubblicato in Gazzetta Ufficiale 258 del 6 novembre 2007). I criteri minimi uniformi garantiscono la coerenza ecologica della rete Natura 2000 e l'adeguatezza della sua gestione sul territorio nazionale. L'individuazione dei criteri minimi uniformi è altresì tesa ad assicurare il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat di interesse comunitario e degli habitat di specie di interesse comunitario, nonché a stabilire misure idonee ad evitare la perturbazione delle specie per cui i siti sono stati designati, tenuto conto degli obiettivi delle direttive n. 79/409/CEE e n. 92/43/CEE.
Normativa Regione Abruzzo
L.R. Abruzzo 09/08/2006, n. 27 e s.m.i. (L. R. Abruzzo 09/11/2011, n. 38)
Disposizioni in materia ambientale.
L.R. 28 Gennaio 2004, n. 10
Normativa organica per l'esercizio dell'attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell'ambiente - BURA n. 1 straordinario dell'11 febbraio 2004.
Legge Regionale Abruzzo 24 giugno 2003, n° 10 e s.m.i.
Individuazione di specie animali di notevole interesse faunistico e disciplina dei danni causati dalla fauna selvatica, pubblicata sul BURA n° 21 del 25 luglio 2003.
Legge Regionale 7-09-1993 N. 50
Primi interventi per la difesa della biodiversità nella Regione Abruzzo: tutela della fauna cosiddetta minore" pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo N. 33 del 13 settembre 1993.
L.R. Abruzzo 12/04/1983, n. 18 e s.m.i. (L.R. Abruzzo 27/04/1995, n. 70)
Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della Regione Abruzzo.