Principali fattori di rischio
L'orso è presente nel territorio del Parco e nei territori confinanti fin da epoca preistorica; nel secolo scorso l'istituzione stessa del Parco è stata fondamentale per permettere la sua conservazione fino ai giorni nostri. Nonostante ciò, il numero di orsi uccisi illegalmente o accidentalmente dall'uomo è stato - e continua ad essere - elevato, e tante possono essere le motivazioni: attriti irrisolti con il mondo zootecnico e venatorio; dimostrazioni di arroganza nei confronti dell'istituzione Parco; bracconaggio intenzionale o accidentale; ignoranza e negligenza.
Nonostante le condizioni ambientali del Parco siano ottimali per l'orso, anche livelli minimi di mortalità causati dall'uomo possono però mettere ulteriormente a rischio l'ormai esigua popolazione rimasta. Su una quarantina di orsi che compongono ad oggi la popolazione, forse non più di 4-5 femmine adulte si riproducono ogni anno.
La mortalità di origine antropica è attualmente il principale fattore di rischio su scala locale.
Limitare questo rischio vuole dire comprendere a fondo le cause dei contrasti e del conflitto con le popolazioni locali e con le attività antropiche, ma allo stesso tempo agire con determinazione per assicurare all'orso la tranquillità che gli spetta all'interno di un Parco Nazionale.
(foto di: Archivio PNALM)