A partire dalla prima metà del mese di luglio 2016, nell’area della Valle del Giovenco, sono pervenute le prime segnalazioni di un orso che si alimentava durante le ore diurne e in presenza di persone su piante di ciliegie, presenti all’interno dei centri abitati.
Le segnalazioni provenivano dagli abitanti di Bisegna e San Sebastiano e dal reparto di zona del Servizio Sorveglianza del Parco.
Le “visite” in paese erano spesso documentate da filmati e foto diffusi attraverso i social network.
Il fenomeno si è intensificato e aggravato a partire dal mese di agosto, con l’aumento della presenza di turisti, curiosi e fotografi, richiamati, attraverso i social, dalla presenza dell’orso.
A partire dal 2 agosto sono stati istituiti dei turni pomeridiani-serali (18.00-00.00) di sorveglianza con lo scopo di monitorare la presenza dell’orso all’interno dei centri abitati ed eventualmente procedere con operazioni di dissuasione.
In data 10/09/2016 è stato organizzato un incontro con la cittadinanza allo scopo di informare correttamente il pubblico sulle finalità e le modalità delle azioni reattive, sulle norme di comportamento da osservare in presenza dell’orso anche nel rispetto dell’ordinanza emessa dal Sindaco e sulla necessità di ridurre l’accessibilità alle fonti alimentari all’interno del paese.
Proprio a seguito della riunione, per rispondere alle esigenze espresse dai cittadini in quella sede, sono stati intensificati i turni di sorveglianza, istituendo anche un turno di mattina (5.00-11.00).
Per ottimizzare gli interventi di controllo e comprendere meglio le risposte comportamentali dell’orso è stato stabilito di procedere alla cattura per l’applicazione di un radiocollare, occasione che si è presentata il 26/9/2016.
L’orsa, una femmina sub-adulta è stata marcata con targhe auricolari e dotata di collare GPS-GSM.
Dalle localizzazioni telemetriche del 2016 è emerso che l’orsa ha utilizzato un’area di 32 km2 e che l’utilizzo dei centri abitati è stato discontinuo e in ogni caso molto limitato (13 giorni su 72 di monitoraggio; 18% dei giorni di monitoraggio).
Nei primi giorni di dicembre 2016 l’orsa è entrata in ibernazione. Amarena nel corso dell’inverno ha utilizzato 2 tane, è infatti uscita dalla prima tana a metà febbraio spostandosi in un’altra area, dove ha utilizzato un altro sito di svernamento fino a fine marzo.
Il giorno 14 maggio 2017, L’orsa Amarena ha perso il radiocollare, predisposto per lo sgancio proprio per la sua giovane età.
Complessivamente nel 2017 Amarena ha utilizzato un’area di 113 km2, che comprende tutta la valle del Giovenco, la valle del Sagittario e la catena dell’Argatone – Montagna Grande.
A metà giugno l’orsa era nuovamente nei centri abitati della Valle del Giovenco e questo ha consentito al Parco di effettuare una nuova cattura per l’applicazione del radiocollare.
Contrariamente alle immagini e alle notizie circolate per mezzo della stampa, le condizioni dell’orsa post letargo erano buone: oltre 70 kg di peso.
Nei primi giorni di luglio 2017 una nuova ordinanza sindacale impediva all’Ente Parco e ai Carabinieri Forestali di mettere in atto le azioni di dissuasioni nel comune di Bisegna e nella frazione di San Sebastiano. Alla prima ordinanza ne sono seguite altre 3 che hanno revocato ogni volta la precedente, determinando una situazione di confusione nelle attività di dissuasione.
Questo ha di fatto reso vana tutta l’attività svolta nel 2016 e ha fatto si che, nel 2017, il comportamento dell’orsa Amarena sia peggiorato: da giugno ad oggi non ha mai smesso di frequentare i centri abitati.
Infatti, Amarena ha utilizzato i centri abitati per 132 giorni su 156 di monitoraggio, ovvero nell’85% dei giorni, una percentuale di gran lunga maggiore rispetto al 2016.
Anche se solo per pochi giorni, all’inizio di settembre l’orsa ha frequentato per la prima volta, da quando è monitorata, anche alcuni centri abitati della valle del Sagittario (Villalago; periferia di Scanno).
Inoltre l’orsa ha iniziato a predare anche animali da cortile e ovini in strutture interne ai centri abitati.
Un ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che, contrariamente a quanto generalmente riportato in bibliografia e osservato anche nel Parco per gli altri orsi problematici, Amarena frequenta i centri abitati già a partire dalla fine della primavera e non esclusivamente nel periodo di iperfagia (fine estate-autunno).
Ciò aumenta i rischi connessi alla presenza di un orso in paese e richiede uno sforzo straordinario da parte del Parco e dei Carabinieri Forestali per la gestione di questo individuo.
Tuttavia, finché non ci sarà la piena consapevolezza della complessità del fenomeno e dell’importanza di collaborare (Comuni, cittadini, Parco) tutti nella stessa direzione, gli sforzi non daranno i risultati attesi.
E’ bene ricordare ancora una volta che il ricondizionamento di un animale è un’attività molto complessa e necessita che siano messe in atto sia misure preventive che reattive.
La difficoltà oggettiva di proteggere tutte le fonti alimentari come i singoli alberi da frutta da un lato e dall’altro la scarsa collaborazione dei cittadini nel rimuovere la frutta dagli alberi e nell’istallare o mantenere attive le recinzioni elettrificate, rappresentano per l’orso l’occasione per rafforzare il comportamento confidente e problematico.
Questa situazione si è aggravata nel caso di Amarena poiché, a causa dell’ordinanza sindacale, non è stato possibile neppure applicare le azioni di dissuasione previste in questi casi.
Ricordiamo che il protocollo predisposto dall’ Ente Parco si rifà a quanto prodotto in ambito internazionale ed è stato autorizzato dal Ministero dell’Ambiente con il parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA).
Questo per sottolineare che l’Ente Parco si è sempre mosso nell’ambito di metodologie sperimentate anche in situazioni simili a quelle italiane (Spagna e Grecia) e condivise dai maggiori esperti di orso.
Comunicato stampa del 21 agosto 2017
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Pubblicato su Facebook il 17 novembre 2017