Biologia dell'orso
Il periodo degli amori per l'orso bruno marsicano cade tra maggio e giugno.
E' probabilmente in questa stagione che i maschi compionolunghi spostamenti alla ricerca delle femmine; l'orso bruno marsicano ha un ampio territorio ele aree vitali, home range, hanno dimensioni variabili in relazione a diversi fattori ambientali. In genere l'area occupata dai maschi è più ampia di quella delle femmine, soprattutto se queste sono accompagnate dai piccoli. Le giovani femmine tendenzialmente non si allontanano molto dall'area vitale materna.
Alla fine della primavera inizia per gli orsi il periodo degli amori ed avvengono gli accoppiamenti.
Dopo le primissime fasi di sviluppo, l'ovulo fecondato si arresta in uno stato di quiescenza o diapausa embrionale.
La diapausa è una "strategia" evolutasi in alcune specie (martora, faina, capriolo, orso, ecc.) presumibilmente per massimizzare il successo riproduttivo.
In questo modo il periodo degli amori e la nascita dei piccoli dovrebbero cadere nei momenti più favorevoli dell'anno (in relazione alla biologia della specie), in funzione della disponibilità di risorse, dell'esposizione ai fattori climatici avversi, ed in relazione alla storia evolutiva ed al patrimonio genetico della specie.
La gravidanza riprende in autunno solo se la madre ha potuto accumulare un sufficiente strato di grasso che le consente di far fronte al letargo e di sopportare un processo energeticamente dispendioso come lo sviluppo e l'allattamento dei piccoli.
Ai primi freddi, quando il cibo comincia a scarseggiare, gli orsi cercano un rifugio dove trascorrere l'inverno in uno stato di semi-letargo. Il letargo è un sistema messo a punto da alcune specie nel corso dell'evoluzione per sopravvivere nei mesi invernali.
Quando la neve rende difficile il reperimento del cibo ed il freddo impone un aumento della spesa energetica per la regolazione della temperatura corporea, gli orsi dovrebbero spendere più energia di quanta ne otterrebbero dal poco cibo a disposizione.
Durante il letargo i parametri vitali degli animali, quali la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura corporea e le funzioni fisiologiche decrescono e l'unica "riserva energetica" dell'orso è costituita dallo strato adiposo accumulato durante il periodo iperfagico.
L'orso però non entra in uno stato di letargo vero e proprio come quello di altre specie, mantenendo un buon livello di reattività agli stimoli esterni.
Questo è un buon motivo per non avvicinarsi, tra l'autunno e la primavera, a probabili aree di svernamento: se disturbato l'orso può lasciare la tana ed abbandonare i cuccioli, se si tratta di una femmina.
Può inoltre accadere che in giornate non particolarmente fredde, o in caso di scarsa copertura nevosa e, contemporaneamente, abbondanza di faggiola e ghianda, l'orso esca dalla tana trasgredendo al letargo, comprese le femmine accompagnate dai piccoli di poco più di un anno. In Abruzzo questo periodo cade solitamente tra la fine di novembre e la fine di marzo.
Talvolta la tana non viene scelta nell'area che l'orso frequenta nel periodo estivo, ma ai margini delle aree frequentate abitualmente. Per trascorrere l'inverno l'orso sceglie la tana in luoghi particolarmente inaccessibili e tranquilli. Spesso si tratta di cavità della roccia, a volte migliorate da un piccolo scavo, con accumulo di rami ed erba.
Le femmine con i piccoli, in genere, osservano un periodo di letargo più rigoroso, inoltre anticipano l'entrata in tana in autunno e posticipano l'uscita in primavera. I piccoli (da 1 a 3) nascono nella tana di svernamento tra dicembre e gennaio.
Alla nascita i cuccioli pesano da 200 a 500 grammi e sono completamente dipendenti dalla madre, che li nutre con un latte molto ricco di grassi e sostanze nutritive. In primavera, quando abbandonano il rifugio invernale, pesano già 2-3 kg.
I piccoli rimangono con la madre per 2-3 anni durante i quali la femmina non si riproduce. In questi anni di "apprendistato" i piccoli imparano dalla madre a conoscere il territorio in cui si muovono e le sue risorse, massimizzando le possibilità di sopravvivere quando saranno indipendenti e dovranno provvedere da soli alla ricerca di cibo e a sfuggire ai pericoli.

Paesaggio
(foto di: Valentino Mastrella, Archivio PNALM)

Orso bruno marsicano
(foto di: Archivio PNALM)

Orso bruno marsicano
(foto di: Archivio PNALM)

Orso
(foto di: Valentino Mastrella)